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Eventi e Notizie - 2014
Nuovo anno scolastico, l'intervento dell'Assessore Patruno
martedì 16 settembre 2014 by Ufficio Stampa

Si riportano di seguito alcune riflessioni dell’Assessore alla Pubblica Istruzione della Provincia di Barletta - Andria - Trani, Giovanni Patruno, in occasione dell’inizio dell’anno scolastico 2014/15.

 

Tutte le scuole della nostra Provincia hanno riaperto le aule agli studenti non senza le solite polemiche dettate più da problemi locali o dalle presunte invasioni dei secolari feudi educativi che dalle reali esigenze di mantenere un'offerta formativa degna del decennio della crisi.

Così sia a livello nazionale che provinciale crescono in modo smisurato gli iscritti al primo anno degli istituti tecnici e professionali con materie attinenti all'agricoltura, l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera, al punto che rappresentano da soli il 24% della popolazione scolastica con punte sull'agricoltura (+ 8%) e l'ospitalità (+ 5%) di nuovi iscritti.

D’altronde sono numerosi i sondaggi secondo i quali il 54% dei giovani preferirebbe gestire un agriturismo e solo il 21% lavorerebbe in una multinazionale mentre, cade un mito delle nostre parti, solo il 13% vorrebbe lavorare in banca.

I dati precedenti conducono alla riflessione che i figli della crisi, che si appresta a compiere l'ottavo compleanno, hanno acceso i riflettori su quelle professioni che conducono allo sviluppo della propria terra, attraverso la coltivazione e produzione agricola, o con la promozione turistica in tutte le su svariate faccettature: dal sole delle nostre spiagge alle ricchezze archeologiche e culturali, che fanno della nostra Provincia un unicum che nessun cinese potrà mai copiare, nemmeno dopo aver utilizzato quelle speciali macchine fotografiche di cui sono dotati.

Ma anche in questo l'Italia, non è antesignana, visto che in Francia il boom delle scuole agrarie che segnano un + 38% si rinnova da qualche anno.

La disoccupazione giovanile al 44% preoccupa le nuove generazioni quanto le vecchie; così appaiono in difficoltà i licei che non si specializzano; ed anche in questo ci viene in soccorso un altro sondaggio che ha chiesto ai diplomati degli ultimi 4 anni quanto hanno utilizzato le competenze apprese durante il corso di studi dopo 2 anni dal diploma. I risultati sono a dir poco sconfortanti, perché il 49% di chi ha frequentato i licei non ha utilizzato per niente quanto appreso a scuola, percentuale di inutilizzo che si riduce al 34% nelle scuole tecniche e 40% in quelle professionali.

I risultati si riferiscono all'utilizzo delle cognizioni scolastiche e non all'occupazione dopo il percorso scolastico, anche perché le motivazioni che spingono all'iscrizione ai licei è differente rispetto a quelle che spingono verso i tecnici e i professionali.

La spiegazione va, come sempre, ricercata nella fotografia dei nostri tempi, in cui le famiglie normali, a dispetto dei sorrisi di circostanza, soffrono i morsi della diminuzione di occasioni anche se, come dice il Presidente Renz,i c'è ancora chi se la ride, questa volta non in maniera di circostanza, perchè continua a sfruttare rendite di posizione e continua a rappresentare quel famoso "grasso che cola".

Il mio non è un attacco ai licei, perchè non avrebbe senso, ma è solo la rappresentazione del mondo scolastico che in Italia comprende oltre 260.000 iscritti al primo anno che danno il polso di quello che ci potrebbe attendere in futuro, sviluppo di agricoltura, turismo o le due materie insieme, onde non ripetere il bluff degli iscritti a giurisprudenza che per anni ha rappresentato un must educativo nelle teoriche geometrie dello sviluppo del mondo professionale italiano affinchè non si ripeta più quello al quale stiamo assistendo in questi anni che vede un laureato in agraria assunto nel 95% dei casi percentuale che si riduce solo al 25% per quelli laureati in giurisprudenza.

Ovviamente tutti questi discorsi rimangono lettera morta se non si mette veramente mano alla riforma della scuola che non significa solo tagli o false assunzioni di precari, ma si deve tradurre in un capovolgimento del tavolo, anzi per restare in tema della cattedra, o la scuola non tornerà a realizzare i sogni che rimarranno tali anche nei prossimi 1000 giorni di Renzi.

 

Giovanni Patruno

Assessore Politiche Attive del Lavoro,

Politiche Scolastiche e della Pubblica Istruzione

Provincia di Barletta - Andria - Trani

L’Ufficio Stampa

Enrico Aiello


 
Nuovo anno scolastico, l'intervento dell'Assessore Patruno
martedì 16 settembre 2014 by Ufficio Stampa

Si riportano di seguito alcune riflessioni dell’Assessore alla Pubblica Istruzione della Provincia di Barletta - Andria - Trani, Giovanni Patruno, in occasione dell’inizio dell’anno scolastico 2014/15.

 

Tutte le scuole della nostra Provincia hanno riaperto le aule agli studenti non senza le solite polemiche dettate più da problemi locali o dalle presunte invasioni dei secolari feudi educativi che dalle reali esigenze di mantenere un'offerta formativa degna del decennio della crisi.

Così sia a livello nazionale che provinciale crescono in modo smisurato gli iscritti al primo anno degli istituti tecnici e professionali con materie attinenti all'agricoltura, l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera, al punto che rappresentano da soli il 24% della popolazione scolastica con punte sull'agricoltura (+ 8%) e l'ospitalità (+ 5%) di nuovi iscritti.

D’altronde sono numerosi i sondaggi secondo i quali il 54% dei giovani preferirebbe gestire un agriturismo e solo il 21% lavorerebbe in una multinazionale mentre, cade un mito delle nostre parti, solo il 13% vorrebbe lavorare in banca.

I dati precedenti conducono alla riflessione che i figli della crisi, che si appresta a compiere l'ottavo compleanno, hanno acceso i riflettori su quelle professioni che conducono allo sviluppo della propria terra, attraverso la coltivazione e produzione agricola, o con la promozione turistica in tutte le su svariate faccettature: dal sole delle nostre spiagge alle ricchezze archeologiche e culturali, che fanno della nostra Provincia un unicum che nessun cinese potrà mai copiare, nemmeno dopo aver utilizzato quelle speciali macchine fotografiche di cui sono dotati.

Ma anche in questo l'Italia, non è antesignana, visto che in Francia il boom delle scuole agrarie che segnano un + 38% si rinnova da qualche anno.

La disoccupazione giovanile al 44% preoccupa le nuove generazioni quanto le vecchie; così appaiono in difficoltà i licei che non si specializzano; ed anche in questo ci viene in soccorso un altro sondaggio che ha chiesto ai diplomati degli ultimi 4 anni quanto hanno utilizzato le competenze apprese durante il corso di studi dopo 2 anni dal diploma. I risultati sono a dir poco sconfortanti, perché il 49% di chi ha frequentato i licei non ha utilizzato per niente quanto appreso a scuola, percentuale di inutilizzo che si riduce al 34% nelle scuole tecniche e 40% in quelle professionali.

I risultati si riferiscono all'utilizzo delle cognizioni scolastiche e non all'occupazione dopo il percorso scolastico, anche perché le motivazioni che spingono all'iscrizione ai licei è differente rispetto a quelle che spingono verso i tecnici e i professionali.

La spiegazione va, come sempre, ricercata nella fotografia dei nostri tempi, in cui le famiglie normali, a dispetto dei sorrisi di circostanza, soffrono i morsi della diminuzione di occasioni anche se, come dice il Presidente Renz,i c'è ancora chi se la ride, questa volta non in maniera di circostanza, perchè continua a sfruttare rendite di posizione e continua a rappresentare quel famoso "grasso che cola".

Il mio non è un attacco ai licei, perchè non avrebbe senso, ma è solo la rappresentazione del mondo scolastico che in Italia comprende oltre 260.000 iscritti al primo anno che danno il polso di quello che ci potrebbe attendere in futuro, sviluppo di agricoltura, turismo o le due materie insieme, onde non ripetere il bluff degli iscritti a giurisprudenza che per anni ha rappresentato un must educativo nelle teoriche geometrie dello sviluppo del mondo professionale italiano affinchè non si ripeta più quello al quale stiamo assistendo in questi anni che vede un laureato in agraria assunto nel 95% dei casi percentuale che si riduce solo al 25% per quelli laureati in giurisprudenza.

Ovviamente tutti questi discorsi rimangono lettera morta se non si mette veramente mano alla riforma della scuola che non significa solo tagli o false assunzioni di precari, ma si deve tradurre in un capovolgimento del tavolo, anzi per restare in tema della cattedra, o la scuola non tornerà a realizzare i sogni che rimarranno tali anche nei prossimi 1000 giorni di Renzi.

 

Giovanni Patruno

Assessore Politiche Attive del Lavoro,

Politiche Scolastiche e della Pubblica Istruzione

Provincia di Barletta - Andria - Trani

L’Ufficio Stampa

Enrico Aiello