Sulla situazione dell’Istituto Tecnico Agrario “Umberto I” interviene il Consigliere provinciale Pina Marmo (Gruppo Misto). “Ancora una volta l’Amministrazione Provinciale si è dimostrata intempestiva e poco lungimirante, consegnando, di fatto, l’ITA e la sua storia, alla lenta e progressiva dissoluzione e all’oblio. Sono considerazioni considerazioni che vengono condivise anche dal Consigliere Leonardo Lonigro. E’ necessario, allora, fare la storia di questa vicenda. Dopo che non si è concretizzata la statalizzazione dell’ Istituto Tecnico Agrario e dopo la deliberazione della Giunta Provinciale n° 119 del 28 novembre scorso nella quale la Provincia accoglieva la proposta dell’ITIS di accorpare l’ITA e nella quale - si veda l’allegato A – vi era il parere negativo dell’Ufficio Scolastico Regionale, ho presentato il 2 dicembre, insieme con la Consigliere Nadia Landolfi dell’UDC, un ordine del giorno urgente per avviare una discussione in aula su tutti gli accorpamenti e per rimodulare una proposta che potesse scongiurare anche il pericolo della chiusura dell’ITA. Purtroppo però, l’inizio della discussione di quell’ordine del giorno è stato possibile soltanto il 26 gennaio 2012, quando cioè, anche la Regione Puglia aveva confermato il parere dell’Ufficio Scolastico Regionale. A quel punto, per approfondire le questioni e apportare un contributo proficuo alla discussione, abbiamo chiesto di aggiornare il dibattito sull’odg nella seduta consiliare del giorno dopo, 27 gennaio. La richiesta è stata accolta, ma con nostra grande sorpresa, alla ripresa dei lavori consiliari, il dibattito non è proseguito, bloccando in quel momento ogni possibilità di nuove proposte sull’ITA. Ma qual è la decisone regionale? Essa recita testualmente: “non si autorizza l’accorpamento dell’intero ITA Paritario “Umberto I”. Si dispone l’attivazione presso l’ITIS “Jannuzzi” di Andria di un indirizzo di istituto tecnico – settore tecnologico: Indirizzo Agraria, Agroalimentare e Agroindustria, a partire dalle prime classi, mentre le classi successive alla prima continueranno a funzionare ad esaurimento in regime di parità, assicurando in tal modo anche la necessaria continuità didattica”. In pratica, l’ITA scompare. Scompare la sua storia secolare e scompare anche il suo patrimonio culturale e didattico. Non è possibile, infatti, che si insegnino e si imparino materie di tecnica agraria senza essere nei campi, nei poderi, negli orti, nei frantoi, nelle aziende agricole, negli allevamenti di bestiame. L’ “Umberto I” possiede tutti gli elementi e le caratteristiche che da sempre la hanno contraddistinta come scuola tecnica e professionale d’eccellenza. Se dovesse andare in porto la soluzione prospettata dalla Regione, oltre a vedere l’ITA morire lentamente, ci troveremmo di fronte ad una offerta formativa insufficiente, penalizzante per gli studenti e assai pericolosa per la salvaguardia occupazionale del personale docente e non docente. Credo, allora, che la Provincia Barletta – Andria – Trani, debba subito esercitare le sue prerogative di autonomia continuando a mantenere l’ITA come istituto provinciale. Soltanto in tal modo si potrà garantire la continuità didattica in termini di eccellenza e si potrà assicurare l’attuale livello occupazionale sia per il personale a tempo indeterminato che per il personale a tempo determinato che, vale la pena ricordarlo, sono in carico alla Provincia. Comunque, bisognerà battersi affinché tutte le classi, anche le prime, frequentino le aule, i laboratori, i terreni dell’ITA. E’, dunque, più che mai necessario riaprire immediatamente il dialogo con la Regione per non consentire la dolorosa cancellazione dell’ITA e continuare a farlo vivere anche alla luce - da quello che possiamo leggere oggi e salvo errate interpretazioni - della proroga fino al 2013 dei finanziamenti per i dipendenti delle scuole gestite dagli enti locali, contenuta nel cosiddetto decreto Milleproroghe. Inoltre è assolutamente improcrastinabile che la Provincia BAT interloquisca a livello ministeriale per ottenere subito il CSA (Centro Servizi Amministrativo) nella nostra provincia in modo da non dipendere più da quelli di Bari e di Foggia ed avere, conseguentemente, una sola graduatoria provinciale di tutto il personale scolastico come è già avvenuto per le Province di Monza e di Fermo.